sabato 22 luglio 2017

Rose su Palermo
Nella giornata di Oggi abbiamo ricordato SERGIO BARBADORO, sottotenente del I° gruppo del 25° artiglieria "Assietta"
Il capoluogo siciliano era difeso dalle divisioni “Aosta” e “Assietta”, proprio in quest’ultima unità è inquadrato il giovane ufficiale fiorentino Sergio Barbadoro, classe 1920. 
Il 21 luglio al sottotenente viene ordinato di disporsi a caposaldo a Portella della Paglia, un piccolo valico che restringe l’accesso a Palermo dalla rotabile che proviene dall'entroterra agrigentino. Viene messo in postazione un cannone ippotrainato da 100/17. Gli artiglieri sono in posizione, da quel poggio si domina tutta la vallata oltre San Giuseppe Jato e San Cipirello.
Nessun soldato o carro armato nemico può arrivare senza essere visto a grande distanza e bersagliato.
Il mattino del 22 luglio le avanguardie di Patton in marcia sul capoluogo siciliano giungono in zona.
La colonna, composta in gran parte dagli Sherman della 2a divisione corazzata statunitense, alle 8.30 circa entrano a San Cipirello, poi i carri avanzano incolonnati verso Palermo.
Poche centinaia di metri e si sentono e prime esplosioni, il pezzo comandato da Barbadoro ha iniziato il suo lavoro.
Due, tre, cinque carri vengono colpiti dai proiettili del cannone italiano.
È una resistenza militarmente velleitaria, ma che suscita stupore e ammirazione tra gli americani. Per ore la gola continua a riproporre l’eco del pezzo da 100/17 che tiene inchiodata la colonna. Gli ufficiali di Patton provano un assalto di fucilieri, ma i fanti vengono respinti a colpi di moschetto dai serventi al pezzo. Ore dopo, gli Americani decidono di ricorrere alla bocca da fuoco di un semovente da 155. Ci vorranno una decina di colpi prima di neutralizzare la postazione. Sergio Barbadoro muore abbarbicato al suo cannone, circondato dai corpi dilaniati della gran parte dei suoi artiglieri, alcuni superstiti, feriti, verranno fatti prigionieri.

per questo suo atto eroico ricevette postumo, nel 1946, la medaglia d'argento al valor militare.
"Comandato a sbarrare, con un pezzo, un passo di montagna all'avanzata di una colonna corazzata nemica, animava i suoi uomini trasfondendo in loro la sua fede. Durante l'impari combattimento durato nove ore e reso più aspro dalla mancanza di ostacoli anticarro, senza collegamenti e senza speranza di aiuto infliggeva gravi perdite all'avversario, aggiungendo nuova gloria alle gesta degli artiglieri italiani. Caduti o feriti i serventi continuava da solo a far fuoco sino a quando colpito a morte cadeva sul pezzo assolvendo eroicamente il compito affidatogli. Luminoso esempio di dedizione al dovere.
Portella della Paglia, Palermo 22 luglio 1943"



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